Chi ha ucciso Cock Robin? (Who Killed Cock Robin?)
Visto il 02/12/2012
Newton Magna, il Dr. Burges, mentre rientra a casa dopo una serata tra amici, finisce fuori strada con la propria auto. Il dottore è un poco alticcio e crede di aver colpito qualcuno, ma tutt'attorno non c'è nessun corpo. Burges si confida con il proprietario del pub, che chiama la polizia...
Il desiderio di scrivere una lunga ed articolata guida all'episodio, dopo avere atteso molti mesi prima di rivederlo con la necessaria calma, viene contenuto dalla storia stessa. Chi ha ucciso Cock Robin non è, infatti, entusiasmante, nonostante sia tra gli episodi della prima ora che, non mi stancherò mai di scriverlo, sono i miei preferiti. Riserva tuttavia delle peculiarità, evidenziate sia nel prologo, sia nell'epilogo delle vicende.
Dopo l'incidente automobilistico introduttivo, ci si aspetta di trovare la prima vittima. Perlomeno scoprire, trascorso un certo periodo investigativo, il corpo occultato in qualche anfratto. Sappiamo che le cose andranno ben diversamente e la storia prenderà una piega imprevista.
Il colpevole. Quest'ultimo verrà svelato nella scena finale, senza un vero interrogatorio, durante un momento di convivialità e a seguito di un'arringa che, a mio parere, ricorda molto i romanzi di Agatha Christie, più nello specifico qualche film con Poirot. Non sono solito fare questi richiami trasversali, ma devo ammettere che è stato il mio primo pensiero al termine della storia.
Chi ha ucciso Cock Robin ha sempre rappresentato una visione ostica, non perché fosse sviluppato in una trama complicata, bensì perché numerose volte avevo gustato le scene introduttive, per poi dover interrompere a causa dei più svariati motivi. Forse proprio per questo, nel tempo, ho potuto apprezzare e considerare scena degna di nota lo scambio di battute tra il dottor Burges e il gestore del pub, quando il primo, già alticcio, dopo l'incidente si rifugia nel locale per cercare conforto.
Gestore: "Chiamo un dottore?"
Dottor Bruges, servendosi un whiskey: "Sono io il dottore... e non dovrei bere questo!"
Sottile ironia ed umorismo inglese, in una situazione drammatica, questo durante l'introduzione alle vicende.
Incisiva e curata è la musica di sottofondo mentre Sean O'Connell viene investito. O'Connell, "l'irlandese", nell'episodio viene anche chiamato "uomo che sussurra ai cavalli". Sembra pure esserlo anche se scopriamo che, nella vita passata, era stato un veterinario ed aveva sistematicamente dopato i cavalli per migliorarne le prestazioni sportive e, di conseguenza, il valore.
Io credo sia anche doveroso citare l'incontro tra Melvyn Stockard (vecchia conoscenza di Barnaby) e l'ispettore. Melvyn sembra avere abbandonato i loschi operati del passato e, dopo avere presentato sua figlia Julie, in procinto di sposarsi con Chris Megson, a Tom , proclama: "Ti spezzano il cuore vero?" e Barnaby: "A me è andata abbastanza bene sin ora.". La famiglia Barnaby è veramente una ed unica breccia luminosa in una Midsomer spesso cupa e malvagia. Una certezza di solidità, coerenza e moralità!
Come spesso accade in Midsomer Murders sono i personaggi particolari che fanno la storia, come Mary Mohan, dall'aspetto un po' hippy, ex ballerina che era stata amica speciale del grande Rudolf Nureyev (citato più volte nell'episodio) e che riusciva ancora a toccare il pavimento con il palmo delle mani...
In estrema sintesi è un episodio che si lascia guardare, senza pretese e sicuramente da non considerarsi all'altezza del prologo, che tanto mi è impresso.
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